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Lotta alla cimice asiatica

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Perché la cimice asiatica è un problema?

Si tratta della specie Halyomorpha halys  originaria dell’Asia orientale. E' una cimice marmorizzata già arrivata da alcuni anni negli Stati Uniti e in alcuni Paesi europei, in grado di provocare seri danni a piante da frutto, ortive e ornamentali.
Segnalato per la prima volta in Italia nel 2012 e, nel corso dell'estate 2015, ha causato danni importanti su pero e su pesco negli areali produttivi delle province di Modena, Reggio Emilia e Bologna.
Questa cimice è originaria della Cina e la si può osservare su molte specie sia coltivate che spontanee. E' in grado di arrecare gravi danni alle produzioni agricole nel periodo primaverile-estivo e, dalla fine dell'estate e per tutto l'autunno, può creare disagi alla popolazione per la sua abitudine, con l'arrivo dei primi freddi, di aggregarsi per passare l'inverno all'interno di edifici come abitazioni, magazzini e garage.
A seguito delle consistenti popolazioni riscontrate nei campi di alcune aree di pianura e pedecollinari soprattutto della provincia di Modena, è prevedibile che, nelle zone interessate dai danni alle coltivazioni, la cimice asiatica si sposti verso le abitazioni.

Come si riconosce?

Gli adulti sono lunghi circa 1,7 centimetri e hanno la caratteristica forma a scudo comune anche in altre cimici. Ci sono varie tonalità di bruno sulla parte superiore e sul lato inferiore, con toni di grigio, bianco sporco, nero, rame e macchie di colore bluastro. Altri caratteri di riconoscimento di questa specie comprendono le bande luminose alternate sulle antenne e bande scure alternate sul bordo esterno dell'addome.

Come vive?

H. halys è un insetto infestante altamente polifago che può causare danni estesi alla frutticoltura.  Si tratta di un insetto che per nutrirsi perfora i tegumenti della pianta ospite con l'apparato boccale modificato; questa modalità di alimentazione comporta, in parte, la formazione di fossette o aree necrotiche sulla superficie esterna dei frutti, la punteggiatura della foglia, la perdita di semi, e l'eventuale trasmissione di fitopatogeni.
Penetra nelle case in autunno con più frequenza rispetto ad altri membri della famiglia. L'insetto sopravvive all'inverno come adulto, riparandosi all'interno di case e altri ripari a partire dalle serate autunnali più fredde, spesso riunendosi a migliaia di individui nei siti di svernamento.
 

Monitoraggio

Per una corretta tempistica ed esecuzione degli interventi sono fondamentali le informazioni raccolte attraverso i controlli visivi osservando porzioni di piante, ispezionando foglie, frutti e parti legnose per individuare adulti, forme giovanili e ovature di H. halys. È opportuno monitorare almeno cinque piante, scelte casualmente, osservandole per un paio di minuti. Queste osservazioni sono estensibili oltre al frutteto anche alle siepi circostanti, considerando che le aree più interessate dalla presenza della cimice sono i bordi dei frutteti e che gli insetti preferiscono posizionarsi sulla parte alta delle piante. Le strategie di controllo possono essere di carattere preventivo e di contenimento.

Cosa fare in agricoltura

La lotta chimica, per quanto di fondamentale importanza, non è comunque risolutiva e, per la scarsità di formulati registrati, deve necessariamente sfruttare l’efficacia collaterale dei prodotti impiegati sugli altri target. I trattamenti eseguiti per il controllo della cimice, quindi, vanno integrati in una strategia complessiva, senza tralasciare le tecniche più innovative, come ad esempio la “confusione sessuale”, e mantenendo un approccio di difesa sostenibile sia dal punto di vista economico sia ambientale.
Un eccessivo appesantimento della difesa, infatti, potrebbe creare il problema di altri fitofagi secondari. Per questo motivo, nella scelta dei prodotti da impiegare, occorre prestare attenzione all’equilibrio complessivo del frutteto, privilegiando quelli più selettivi.
Per contrastare la cimice asiatica particolarmente efficaci sono risultate le coperture dei frutteti con reti anti-insetto.

Cosa fare nelle abitazioni

Le cimici asiatiche si nutrono di piante, non pungono e non sono pericolose per l'uomo.
Emettono una sostanza particolare che permette loro di concentrarsi in gran numero in punti riparati delle abitazioni per passare l'inverno in una sorta di letargo.
Se rimangono all'aperto non sopravvivono alle basse temperature invernali.
Se disturbate, possono emettere un odore sgradevole (come del resto tutte le altre cimici già presenti nel nostro Paese).
Per eliminare le cimici presenti nelle abitazioni è consigliabile impiegare esclusivamente metodi naturali senza ricorrere all'uso di insetticidi che risultano poco efficaci, necessitano di ripetute applicazioni e, se utilizzati in modo incontrollato nelle case, possono divenire dannosi per le persone.

Per impedire l'ingresso delle cimici nelle case: 

  • collocare zanzariere o reti antinsetto alle finestre, attorno ai comignoli dei camini non in uso, sulle prese d'aria e alle finestre dei sottotetti;
  • sigillare, dove possibile, crepe, fessure e tutti quegli accessi che consentono il passaggio delle cimici, quali tubazioni, canalizzazioni, feritoie, profilati ed altre aperture.

Per eliminare questi ospiti indesiderati:

  • utilizzare strumenti di pulizia per la casa che emettono vapore per stanare gruppi di cimici annidate in aree come cassonetti, infissi, tubature, ecc...;
  • utilizzare l'aspirapolvere per raccogliere le cimici che si trovano in posti più facilmente raggiungibili (es. soffitti, verande) o che sono state stanate col vapore.

E' possibile usare anche bombolette di ghiaccio spray per fare cadere le cimici a terra prima di raccoglierle.
Le cimici raccolte vanno eliminate immediatamente! La soluzione più semplice è quella di immergere il contenitore utilizzato per raccoglierle in una bacinella d'acqua saponata per qualche minuto. Il sapone impedisce loro di galleggiare causandone il rapido annegamento. In seguito, le cimici morte possono essere smaltite nei contenitori dell'organico.
Le cimici raccolte non vanno liberate all'esterno per impedire che si vadano ad annidare in altri edifici e che la primavera successiva ritornino in campagna a danneggiare le coltivazioni e non vanno mai buttate nel water in quanto l'acqua presente, se non saponata, non è sufficiente per annegarle.

A chi rivolgersi

In Emilia-Romagna, a partire da maggio 2013, è stato attivato un monitoraggio con lo scopo di delimitare la zona di presenza del fitofago e individuare le principali specie ospiti, in modo da delineare la potenziale incidenza economica. È quindi di grandissima importanza ed utilità la collaborazione di cittadini e agricoltori che, in caso di rinvenimento di cimici “sospette”, possono inviare segnalazioni, possibilmente con raccolta di campioni o fotografie dettagliate, contattando il Servizio fitosanitario o l'Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia a questi indirizzi mail:

Segnalazioni