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Città Gemelle

Un gemellaggio è l’unione di due comunità che, in tal modo, tentano di agire partendo da una prospettiva europea e con l’obiettivo di affrontare i loro problemi e di instaurare tra loro legami sempre più stretti di amicizia."

Questa è la definizione data diversi anni fa da Jean Bareth, uno dei fondatori del Consiglio dei Comuni e delle Regioni d’Europa (CCRE) dopo la II guerra mondiale,

Il gemellaggio (town twinning), ideato in Europa attorno al 1950, rappresenta la stipulazione ufficiale di un'unione fra due o più comunità (province, città metropolitane o comuni), allo scopo di cooperare e collaborare in diversi settori - quali il politico, l'economico, il commerciale, il sociale, l'educativo, il culturale, etc. - e di stabilire rapporti duraturi nel tempo.

Coinvolgendo direttamente i cittadini, il gemellaggio favorisce il processo di integrazione europea promuovendo il dialogo interculturale, lo scambio di esperienze, conoscenze e valori, il confronto costruttivo di opinioni e l'arricchimento reciproco, contribuendo quindi alla definizione dell'identità comune europea

Nel 1995 si è costituito il comitato di Gemellaggio Associazione di volontariato, che segue i rapporti con le città gemelle: http://russitwin.it/

Il Comune di Russi è gemellato con le città di:

Bopfingen (Germania) dal 1997

Stemma Beaumont.png

Beaumont (Francia) dal 2004

Stemma Bopfingen.png

Saluggia dal 1995

Stemma Saluggia.jpeg

BEAUMONT

La città di Beaumont si trova nella regione dell'Alvernia (Auvergne) al centro della Francia, nel dipartimento del Puy-de-Dôme, nella cintura di Clermont-Ferrand, capoluogo regionale dal cui centro dista solo 3 chilometri.

La regione dell'Auvergne, sul Massiccio Centrale, è caratterizzata da verdi paesaggi e dalla potente natura tutelata dai parchi naturali del Livradois-Forez e dei Vulcani d'Auvergne che cingono la zona di Clermont-Ferrand a est ed a ovest. Tipici della zona le centinaia di coni vulcanici spenti il più famoso dei quali è il Puy-de-Dôme (1,645 m) con la sua catena di 80 vulcani sulle cui pendici Blaise Pascal svolgeva i suoi esperimenti sulla pressione dell'aria, applicando le teorie del faentino Evangelista Torricelli.

Cuore della “Gallia” storica, la regione conserva numerose testimonianze degli antichi insediamenti umani. A pochi chilometri da Beaumont si trova il sito della battaglia di Gergovia nella quale Vercingetorice riuscì, prima della disfatta di Alesia cui seguì la sua cattura, ad infliggere una sconfitta a Cesare nel 52 a.C.

La storia dell'insediamento di Beaumont risale ad un'epoca più antica ed i siti archeologici si trovano nella valle del fiume Artière.

Il comune di Beaumont ha una estensione di 4 chilometri quadrati, in gran parte edificati, ma al suo interno conserva le zone verdi del Bosco del Castagneto, il parco di Boisbeaumont e delle aree verdi ai lati del fiume Artière.

La città, che nel 1906 contava 1.251 abitanti, ora ne ha circa 12.000 e la sua crescita partì nel 1920 a seguito del forte sviluppo industriale di Clermont-Ferrand dovuto soprattutto alla fabbrica di pneumatici Michelin.

MONUMENTI E CULTURA

Abbazia benedettina e il borgo fortificato. Il borgo alto di Beaumont sorse intorno all'antica abbazia fondata nel VII secolo. Dal 665 al 1792 Beaumont è stata la sede di una abbazia di monache di regola benedettina, fondata da San Genès, conte d'Auvergne su suggerimento di San Priest vescovo di Clermont-Ferrand.

Il chiostro, fortemente rimaneggiato nel 1800 conserva ancora la sua struttura ed oggi, divenuta piazzetta del mercato, è oggetto di un progetto di restauro. Dell'abbazia resta intatta la chiesa di Saint-Pièrre (XI-XII secolo). Il borgo venne fortificato e dei baluardi restano ancora alcune torri di guardia e una delle porte (nel 1300 la città contava sei porte). L'abbazia fu attiva fino al 1792 quando i religiosi furono allontanati con l'avvento della Rivoluzione francese. Il luogo su cui sorge la chiesa di Saint-Pièrre è di epoca anteriore quando esisteva una chiesa merovingia del VIII-IX secolo come testimoniano i reperti tra i quali un capitello riutilizzato. All'interno numerose pietre tombali (tra cui quella di Beatrice d'Auvergne) e statue lignee del XIV e XV secolo tra le quali quella di saint Verny.

chiesa di Notre-dame de la Rivière. Negli insediamenti benedettini vi erano in genere due chiese, una con funzione monacale e l'altra parrocchiale, l'una dedicata a San Pietro e l'altra alla Madonna. Anche qui, nella parte più bassa, si trova la chiesa di Nostra Signora del Fiume (Notre-Dame de la Rivière), oggi sconsacrata e utilizzata come spazio per esposizioni d'arte e attività giovanili.

La facciata è in stile preromanico e questo vale a datarla prima della bolla pontificale del 1123 e dunque prima della costruzione della chiesa di Saint-Pièrre.

Nel medioevo, attorno a questa chiesa, si sviluppò un subborgo.

Stemma della città. Il nome di Beaumont si ritrova con la medesima grafia nella prima carta stampata dell'Alvernia, del 1560. Tracce della storia della città si trovano nel suo stemma: un monte di sei colli che allude ai sei rilievi vulcanici su cui sorge, un astuccio di pastorale al centro che ricorda che Beaumont fu, per oltre un millennio, sede di una potente abbazia di donne e due piccole roncole, arnesi per il lavoro della vite. Lo stesso municipio di Beaumont era ricca abitazione di un mercante di vino.

Le feste. Sono due le feste più importanti di Beaumont: la festa dei “Cornards”, che si tiene ogni anno a Pasqua, è la festa principale. Si narra che la festa sia nata a seguito di quello che successe durante una S. Messa di Pasqua in anno ed epoca imprecisata. La S. Messa fu bruscamente interrotta perché in chiesa era entrato un caprone. Il sacerdote si rivolse al sacrestano dicendogli “manda via quel cornuto!”. Invece della capra, il sagrestano fece uscire un povero fornaio, spesso oggetto di derisione per le sue sfortune coniugali. Durante la festa viene prodotto un dolce tipico (croissant e brioche con corna smisurate) che i fornai dedicano al loro mitico collega. Durante la festa si tendono manifestazioni, una sfilata di carri infiorati e di bande musicali.

L'altra festa è quella della Castagna, più recente (1994), ma che si basa su una tradizione antica. A nord-ovest, le badesse del convento avevano trasformato in orti uno dei quattro monticelli di detriti vulcanici. Quest'area divenne poi bene nazionale con la confisca della Rivoluzione, il terreno venne frazionato e nell'ottocento piantato a bosco di castagni, oggi polmone verde di Beaumont. La festa si svolge il terzo sabato d'ottobre.



BOPFINGEN

Bopfingen sorge su un territorio ricchissimo di storia, al confine del Baden-Wurttemberg col Bayern. Si trova sul bordo di una regione denominata Ries, il cui nome deriva dalla provincia romana “Raetia” (Resia), molto singolare dal punto di vista geologico. Sorge, infatti, nel cratere formatosi 15 milioni di anni fa dall'impatto di un meteorite con la terra.

Molte popolazioni si sono succedute su questi territori lasciando numerose e notevoli tracce, dal tempo della pietra in poi. Rilevanti ritrovamenti archeologici a Bopfingen, anche recenti (2007), riguardano i Celti, i Germani e i Romani che proprio in queste zone avevano costruito il “Limes”, cioè il “vallo”, muro fortificato che segnava il confine dell'impero romano dai territori dei barbari. Il museo di Bopfingen offre un saggio di tutto ciò.

La Bopfingen odierna nasce nella seconda metà del primo millennio, tra il 775 e 850. Nella raccolta di documenti nel convento di Fulda (Traditiones Fuldenses) viene citata la “villa pophingen”. La storia di Bopfingen è ricca di episodi importanti quali la battaglia del 1150 quando gli Svevi di Konrad III vincono sui Guelfi e prendono la città; nel 1521 la riforma protestante di Lutero raggiunge Bopfingen tramite il predicatore viaggiante Wolfgang Vogel; nel 1545 Bopfingen si aggrega al movimento protestante “Confessio Augustana” fino alla pace di Augsburg nel 1555. Nel 1585 viene costruito il nuovo palazzo comunale, viene rinnovato l'ospedale, il campanile, le mura e le torri. Durante la guerra dei trent'anni (1618-1647) la città resta in mano agli svedesi, ma nel 1634 con la Battaglia di Nördlingen viene inflitta una dura sconfitta agli svedesi e poco dopo scoppia la peste. Nel 1648, con la pace di Westfalen termina la guerra, ma gli svedesi, prima di ritirarsi distruggono la fortezza di Flochberg. Dopo le frequenti guerre della fine del '700 Bopfingen perde la sua autonomia, passa sotto il Regno di Baviera e le mura vengono abbattute. Nel 1810 il Re del Württemberg riottiene Bopfingen e nel 1811 visita la cittadina e il suo monte (Ipf) che dal 1812 la città lo ricorda con una grande fiera cittadina (Ipfmesse).

Tra il 1972 e 1974 al nucleo cittadino si aggiungono le frazioni (prima erano comuni autonomi) di Flochberg, Schlossberg, Kergingen, Trochtelfingen, Oberdorf, Baldern, Aufhausen e Unterriffingen. Il numero degli abitanti sale a 12 mila.

Tra il 1986 e 1997 nasce la nuova stazione per gli autobus. Nuovo palazzetto dello sport ad Aufhausen. La sinagoga ebraica di Oberdorf viene restaurata e riaperta. Gemellaggio con la città francese di Beaumont (1989). Gemellaggio con Russi (1996).

MONUMENTI E CULTURA

Il vecchio Municipio (das alte Rathaus), in stile rinascimentale, si trova nella piazza del mercato. Fu costruito da Wolfgang Walderberger di Nördlingen nel 1585-86. Il piano terra, in origine destinato a rivendita di carni, serve come sala per il mercato e sala per eventi. Il secondo piano, prima sala da ballo e per mostre, è utilizzato come archivio cittadino.

La fontana del mercato (der Marktbrunnen – Neptunbrunnen). Davanti al municipio si trova la fontana del mercato sulla cui sommità troneggia il signore dei mari, Nettuno. La fontana fu terminata nel 1769 a Wasseralfingen.

La chiesa evangelica di S. Biagio (die Evangelische Stadtkirche St. Blasius).

Le mura cittadine (die Stadtmauer). A sud della città vecchia, nei pressi dei giardini pubblici ed a ovest, presso la Birntor, ci sono resti del vecchio muro di cinta della città.

SALUGGIA

Il paese di Saluggia sorge presso un ripido argine scavato dalla Dora Baltea. Gli storici fanno risalire le origini del nome di Saluggia ai salluvii, primi abitanti della zona, o ai salici che crescevano in abbondanza o, ancora, all'enorme solco scavato dalla Dora.

I Romani occuparono il luogo fino al 400 d.C. circa, quando ebbero inizio le invasioni barbariche nella zona, la prima delle quali da parte dei Visigoti di Alarico nel 401-402. La prima notizia certa su Saluggia si ha in un documento di Ottone II del 999 d.C., nel quale si descrive la "corte di Saluggia". In alcune cartine ritrovate negli archivi comunali, sono raffigurate la planimetria dell'abitato e del territorio; da evidenziare una fortificazione con sei torri, di cui tre indicate in cartina, la quarta abbattuta per la costruzione di un magazzino del feudo e altre due pure abbattute per la costruzione del palazzo dei feudatari conti Mazzetti-Pastoris eretto nella metà del Seicento, ora sede municipale. Nel 1440 il feudo di Saluggia venne assegnato dal marchese di Monferrato alla famiglia Mazzetti, che lo tenne fino all'estinzione del casato nel 1841. Saluggia fu per un certo tempo luogo di dimora di Luigi Carlo Farini (originario di Russi), medico, storico e politico, che fu Presidente del Consiglio, tra il 1862 e 1863.

Due sono le occasioni più interessanti in cui visitare il Comune di Saluggia: le feste patronali di San Grato e di Sant'Antonino, per la frazione. Esse si celebrano rispettivamente la prima domenica di settembre e la penultima di agosto; ad attirare un numero notevole di persone è anche la distribuzione gratuita di bevande e dolci locali ("canastrej" e "tortet"). Particolare e degno di nota è anche il Carnevale di Saluggia, celebrato ogni anno con grande solennità. La tradizione vuole che il Re e la Regina del Fagiolo (simbolo rappresentativo del Comune) prendano "a prestito" per i successivi tre giorni le chiavi del paese consegnate loro dal sindaco, governando allegramente per tutta la durata del Carnevale. Anche in questa occasione, è tradizionale la distribuzione gratuita dei cibi tipici di Saluggia, in particolare dei suoi fagioli cucinati sulla piazza ed elargiti a mezzogiorno della domenica, dopo la benedizione del parroco. Nella frazione di Sant'Antonino il Carnevale viene festeggiato con una festa propria.

La parlata tradizionale è il dialetto saluggino.

Tradizionalmente, Saluggia è conosciuta come "il paese dei fagioli", conosciuti in Italia e perfino all'estero. Il grano e il mais sono ancora coltivati. Il territorio pianeggiante può contare su di una capillare rete di irrigazione per i terreni agricoli.

Dal 1956 Saluggia non era più solo il paese dei fagioli, ma anche dell'atomo (la centrale ora è chiusa) e delle tecnologie più avanzate in campo biomedicale.

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pubblicato il 2020/05/17 15:38:00 GMT+2 ultima modifica 2020-10-06T09:25:01+02:00

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