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Le origini dell'abitato di Russi e del suo castello vanno ricercate nell'antichità; il ritrovamento di due tombe ad inumazione databili tra fine VII e inizio VI secolo a.C. sotto il piano di calpestio della Villa Romana, costituisce la più antica testimonianza di genti non etrusche stanziate in Romagna a partire dal VII secolo a.C. 

Da ciò si può comprendere come già in quel periodo il territorio russiano fosse abitato e come da allora, con continuità nei secoli, sia sempre stato sede di insediamenti di discreta importanza a livello locale. Senza la comprensione di ciò sfuggirebbe il perché della scelta, ad opera dei Da Polenta signori di Ravenna, di edificare proprio in questa zona un fortilizio che ha rivestito un ruolo molto importante, tra Medioevo e Rinascimento, nelle lotte per la supremazia nel territorio romagnolo tra le città di Faenza e di Ravenna, ma non solo.

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Dall'analisi delle fonti, emerge come il villaggio di Russi sia sempre stato un agglomerato piuttosto importante nel territorio (come testimoniato dai termini vico e villa , presenti in alcuni documenti a descrizione dell'abitato russiano) in quanto è testimoniato a partire dal X secolo d.C. e con continuità; curioso e significativo è anche il fatto che il toponimo sia rimasto praticamente invariato nei secoli.
La maggior parte dei documenti consultati per ricostruire la storia di Russi nei primi secoli del Medioevo provengono dall'Archivio Storico Arcivescovile di Ravenna; la chiesa ravennate infatti esercitò un controllo diretto sul territorio per molti secoli.
Solo a partire dal XII secolo fece la sua comparsa sulla scena ravennate la famiglia Da Polenta che ben si inserì nei centri di potere ravennate.
Nel tardo Duecento e per tutto il Trecento una buona politica espansionistica della famiglia ravennate portò ad una crescita delle fortune patrimoniali del casato in area urbana ma anche nel territorio circostante e Russi appare all'interno di un'area di addensamento di possessi della famiglia. Sicuramente Guido Da Polenta, nella seconda metà del XIV secolo, sentì il bisogno di fortificare i confini del territorio ravennate per difendersi dai Manfredi di Faenza, e la necessità fu resa più impellente dalla scomparsa dei castelli di Cortina, Raffanaria e dal generale peggioramento delle strutture difensive preesistenti.
In seguito a ciò Guido Da Polenta decise di costruire il castrum Russi che fin dai primi anni dalla sua fondazione (i primi documenti che lo citano risalgono agli anni '60 del Trecento)  fu oggetto di aspre contese tra ravennati e faentini, passando nel 1381 sotto il diretto controllo dei  Manfredi con Astorgio I che lo governò fino agli inizi del XV secolo e poi ancora nel 1438  quando Astorgio II, nonostante i rapporti di parentela con i Da Polenta, si impadronì nuovamente di Russi.
Molto utile per completare il quadro storico relativo a Russi nel Basso Medioevo si è rivelata la documentazione relativa alla dominazione polentana e veneziana,  conservata presso l'Archivio di Stato di Ravenna e la Biblioteca Classense.

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Così tra Quattrocento e Cinquecento il castello di Russi mantenne la sua primaria funzione di sentinella avanzata dei Manfredi di fronte al dominio dei Da Polenta, per poi passare nel 1503 sotto il dominio della Repubblica di Venezia; solo quest'ultima concesse qualche sporadico momento di tranquillità al territorio russiano ma la riconquista del territorio da parte dello Stato della Chiesa nel 1509 portò Russi nuovamente nella giurisdizione faentina.
Anche il passaggio delle truppe franco-ferraresi guidate del celebre Gastone de Foix lasciò un segno indelebile nella storia di Russi: nell'aprile 1512, prima di attaccare Ravenna, il condottiero decise di assicurarsi il territorio a nord della città impadronendosi anche del castello di Russi e abbandonandosi ad inaudite crudeltà. Pochi anni dopo, nel 1527, il territorio russiano fu sottoposto a nuovi saccheggi da parte dei Lanzichenecchi in marcia verso Roma.
Per tutto il Seicento e buona parte del Settecento il castrum Russi fu soggetto a riesaminazioni e riparazioni del sistema difensivo e ad  ampliamenti e modifiche dell'impianto urbano; crolli naturali e demolizioni delle mura della rocca continuarono per tutto il Settecento quando ebbe inizio anche la costruzione di case sui fossati e quindi l'ampliamento dell'abitato. Così, lentamente, il castrum Russi , come tanti altri luoghi fortificati, venne a perdere quella che era la sua primaria funzione di rocca eretta a controllo e difesa del territorio contro le offese di nemici vicini e lontani e così iniziò la trasformazione del volto di Russi.
Per approfondimenti è possibile consultare il volume
Foschini Giorgia, Castrum Russi , edizioni Pro Loco di Russi 2007 (disponibile presso la Biblioteca Comunale di Russi oppure presso la Pro Loco di Russi).

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pubblicato il 2019/08/27 16:37:00 GMT+2 ultima modifica 2020-06-12T09:18:34+02:00

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