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Luigi Carlo Farini

Medico, scrittore e politico
(Russi, 22 ottobre 1812 - Genova, 1 agosto 1866)
Medico in cui l'interesse per la ricerca e la passione politica si sono intrecciate indissolubilmente.
A soli 16 anni  entra nell'Ateneo bolognese per frequentare la facoltà di medicina e chirurgia dove si distingue non solo per il profitto, ma per la vivacità politica che gli procura una denuncia da parte delle autorità accademiche e l'ordine di allontanarsi da Bologna.
Riammesso  la sua partecipazione ai moti del 1831 non ha conseguenze di rilievo se nei primi mesi del 1833 consegue la laurea in medicina.
Conseguita l'abilitazione alla professione inizia l'attività di medico presso la Comunità di Montescudo, portando avanti gli studi sulle febbri malariche diffuse nel territorio paludoso del ravennate. Comincia a pubblicare sul "Bollettino della Società Medico-Chirurgica di Bologna" alcune osservazioni scientifiche.
Nel 1834 lo zio Domenico Farini, cui deve gran parte della sua formazione culturale e spirituale, viene ucciso.
La sua fama di liberale gli crea non poche difficoltà. Costretto a lasciare il servizio a Montescudo, escluso dai concorsi per medico condotto indetti a Ravenna,  nel 1836, mentre il colera si espandeva nei territori dello Stato Pontificio, si offre volontario per recarsi nelle Marche a dirigere l'ospedale dei colerosi e studiare la natura dell'epidemia.
Nel 1839 pubblica lo studio "Sulla pellagra. Osservazioni teorico-pratiche" , frutto dell'osservazione attenta delle malattie dominanti della zona ravennate e, nello stesso anno, ottiene la condotta medica di Russi.
Compromesso nei moti romagnoli del 1843 il cardinale Legato di Ravenna lo invita a lasciare il paese e Farini, accompagnato da Lovatelli e da Rasponi si reca prima in Toscana poi in Francia.
Nel 1844 rientra in Italia, ansioso di rivedere la famiglia, ma anche nella speranza, inutile, di poter riprendere la professione.
Durante il suo girovagare in qualità di medico e come esule politico aveva avuto occasione di constatare e confrontare personalmente i diversi livelli dell'assistenza sanitaria e i diversi ordinamenti.
Le sue esperienze confluiscono nel saggio "Sulle questioni sanitarie ed economiche agitate in Italia intorno alle risaie. Studi e ricerche" , pubblicato nel 1845, nel quale conferma il proprio particolare interesse  al problema ospedaliero, non solo dal punto di vista sanitario, ma anche sociale e giuridico. Allo stesso anno risale il "Manifesto delle popolazioni dello Stato romano" .

Fra il '47 e il '48 intreccia una fitta corrispondenza con esponenti del patriottismo liberale piemontese, toscano e romagnolo, sostenendo la necessità di un riformismo graduale e riconoscendosi nel "Programma per l'opinione nazionale italiana" di M. d'Azeglio. Dopo la liberalizzazione della stampa nello Stato Pontificio appoggia il giornale bolognese "Il Romagnolo" , collabora con "Il Piceno" di Ancona e con il giornale romano "La speranza d'Italia" . Nel 1848 viene eletto deputato nel collegio di Faenza e Russi, impegni che gli valgono la nomina di segretario generale al Ministero dell'Interno con il compito specifico di laicizzare la burocrazia pontificia. In novembre viene nominato Direttore Generale della Sanità e delle Carceri. Non aderisce alla Repubblica Romana e, in seguito alla formazione del triumvirato Mazzini, Armellini, Saffi, viene destituito. Si rifugia a Firenze poi a Torino, dov' era anche il figlio Domenico. Dopo aver diretto il giornale di appoggio al ministero d'Azeglio, La Frusta , accetta la direzione de "Il Risorgimento" prendendo il posto di Camillo Benso di Cavour, divenuto Ministro dell'agricoltura. In seguito dirigerà prima "Il Parlamento" poi "Il Piemonte" mentre continua a svolgere politica filogovernativa dalla doppia tribuna del Parlamento e della stampa. Stretto da profonda amicizia con Cavour  coopera alla creazione della nuova Italia. Dittatore, per volontà del popolo, delle province modenesi e parmensi, accetta anche il Governo delle Romagne. Il 30 novembre 1859 fa pubblicare il decreto di unificazione di questi territori al Piemonte, scelte confermate dal Plebiscito del marzo 1860. Nello stesso anno controfirma ad Ancona il proclama giudicato un monumento della sua politica letteraria. Capo del Governo nel 1862, ormai profondamente malato, viene sostituito, nel 1863, da Marco Minghetti. Muore a Nervi di Genova il 1 agosto 1866.
La Biblioteca Comunale possiede parte della bibliografia di Luigi Carlo Farini , della quale si segnalano i seguenti titoli:
-Luigi Carlo Farini, Epistolario di Luigi Carlo Farini , con lettere inedite di uomini illustri al Farini e documenti , a cura di Luigi Rava, Bologna, Zanichelli.
-Luigi Carlo Farini, La quistione italiana, lettera di Luigi Carlo Farini a Lord John Russell , Torino, Tipografia Marzorati, 1859.
-Luigi Carlo Farini, Sulle quistioni sanitarie ed economiche agitate in Italia intorno alle risaie. Studi e ricerche , Firenze, Tipografia Galileiana, 1845.
Per approfondimenti è possibile consultare il catalogo in linea del Polo delle biblioteche di Romagna, al seguente indirizzo: http://opac.provincia.ra.it/SebinaOpac/Opac

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pubblicato il 2019/08/27 15:42:39 GMT+1 ultima modifica 2019-08-27T15:42:39+01:00

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